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CBD e animali domestici

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CBD e animali domestici

In questi ultimi anni il dibattito in materia di CBD  (e cannabis terapeutica)i ha  rappresentato un forte impulso in  merito  a tutti i suoi possibili utilizzi ,tanto che l’intera comunità scientifica, non smette di interrogarsi sulle sue sfaccettate e possibili potenzialità  di cura .Cercando come sempre di tenere a  bada pregiudizi e preconcetti gli studiosi  ed il pubblico sono attori di un fenomeno in continua   e rapida crescita.

Pare veramente che questa panacea contro disturbi e dolori cronici altamente invalidanti possa essere una sponda di salvezza per tutti coloro che ne soffrono.

Perché utilizzare il CBD per i nostri amici a quattro zampe?

Pare veramente che l’olio di cannabis somministrato agli animali domestici riesca a promuovere l’appetito, il riposo così come l’attenuarsi di eventuali dolori osteo-articolari e muscolari.
Pare addirittura veterinari ed esperti ne consiglino l’utilizzo, sempre in dosaggi mirati e calibrati, in funzione della patologia e della taglia dei nostri animali, al fine di promuovere il benessere generale dell’animale.

Olio al CBD come terapia per animali domestici: i principali utilizzi

In particolare, cani e gatti, presentano come noi, un vero e proprio sistema endocannabinoide: ecco come la cannabis terapeutica risulta adatta anche per trattare patologie che possono colpire gli animali. Somministrazione di cannabinoidi applicata su cani e gatti si sta per questo diffondendo molto rapidamente.

Le innumerevoli virtù terapeutiche del CBD possono rivelarsi particolarmente utili nel trattamento di animali anziani o colpiti da alcune patologie che, in questo modo, possono percepire sollievo dal dolore, riposare meglio, acquisire maggiore mobilità e ricominciare ad avere l’appetito di un tempo.

Negli Stati Uniti sono innumerevoli i veterinari che trattano con olio al CBD sia animali domestici che da fattoria, come i cavalli e altri piccoli animali che possono così beneficiare della vasta gamma di effetti dei cannabinoidi che sono in grado di alleviare anche disturbi come:

  • Inquietudine interiore
  • Nervosismo
  • Disturbi legati all’età

La somministrazione di CBD ha permesso quindi di verificare i risultati ottenuti e di arricchire le nostre conoscenze in materia cui si aggiungono casi di studio  a dir poco interessanti.

Il dottor Doug Kramer, pioniere in questo senso, ha fatto dell’uso del CBD per cani e gatti un riferimento per altri che si vogliono avvicinare a questo rimedio e che non vogliono più praticare l’eutanasia su animali domestici particolarmente sfortunati.

Grazie a lui, ad oggi in Nevada ad esempio è stata creata una legge ad hoc che autorizza il proprietario dell’animale a somministrare liberamente principi attivi cannabinoidi quali CBD e THC anche se potenzialmente psicoattivi, previa prescrizione di un veterinario si intende.

Quali novità ci sono per i quattro zampe in Italia???

Seppur agli albori la cannabis terapeutica a livello veterinario in Italia rappresenta una realtà, nonostante siano ancora un esiguo numero i veterinari che conoscono l’estratto di CBD e lo prescrivono: antesignana italiana è la dott.sa Elena Battaglia, che esercita in provincia di Savona, a Spotorno, e che, già da qualche anno, ha scelto di tenere conferenze in giro il per Paese al fine di informare la comunità scientifica veterinaria dei risultati ottenuti attraverso tale pratica terapeutica.

La sua sperimentazione è avvenuta proprio  sulla sua anziana cagnolina che colpita da artrosi, da subito curata con antinfiammatori e farmaci cortisonici che avevano sortito scarsi benefici, grazie all’introduzione del CBD ha iniziato ad alzarsi, ha ricominciato a camminare e ha visto ridotte sensibilmente tutte le problematiche a carico dell’apparato locomotore che tendevano ad annientarla.

Possiamo dunque dedurre come il cannabidiolo possa ingenerare una risposta positiva da parte dell’organismo animale per quanto riguarda le patologie cui si attribuisce un alto livello di infiammazione.

Le tempistiche di guarigione restano soggettive e non è  certo possibile stabilire uno standard, la risposta può variare da animale ad animale.

Certo è che la terapia a base di CBD risulta concretamente efficace, garantendo nella maggior parte dei casi una risoluzione della problematica dopo 9/10 mesi dalla prima somministrazione. Un notevole passo avanti dunque anche per la medicina veterinaria.

Che cosa si trova nell’olio di CBD oltre al CBD e l’olio vettore?

Accanto agli estratti si trovano anche altri ingredienti/componenti nell’olio di CBD come per esempio vitamine e acidi grassi saturi, come:

Acidi grassi omega-3

Il corpo stesso non può produrre gli acidi grassi omega 3. Devono essere apportati con il cibo e si trovano principalmente nel pesce. L’olio di canapa può essere un’altra alternativa naturale e vegetale.

Vitamina E

La vitamina E, anche conosciuta come vitamina antiossidante, contribuisce a proteggere i recettori ormonali dalle sostanze ossidative ed è una delle più vitamine importanti per gli animali.

Ritenuto un vero superfood, la pianta di canapa è un vero portento, contiene:

  • Proteine
  • Acidi grassi preziosi
  • Vitamine
  • Sostanza minerale
  • Oligoelementi

Da sottolineare è l’alto contenuto delle vitamine B.

Studi mostrano che per noi uomini è importante fare attenzione all’immissione sufficiente di vitamine B, per tantissimi processi legati alla salute, come metabolismo e giovamento del sistema nervoso. Anche per gli animali è importante evitare la carenza di vitamine B. Gli esperti raccomandano di inserire un‘integrazione di tiamina (vitamina B) nella routine come parte delle cure mediche preventive anche per cani e per gatti, perché la maggior parte delle carenze non sono di facilmente diagnosticabili.

Quali sono tutti i benefici che l’olio di CBD avrebbe per l’animale?

Sono innumerevoli i vantaggi che inducono a somministrare anche ai nostri amici a 4 zampe, l’olio al CBD: valido integratore alimentare poiché ricco di omega 3, omega 6 e Vitamina E, previene lo stress ossidativo, ritardando i naturali processi di invecchiamento, anche per quanto concerne gli animali.

Svolge al contempo una marcata azione energizzante conferendo all’organismo animale la capacità di rinforzare efficacemente le proprie difese immunitarie.

L’olio al CBD si rivela, al contempo, uno tra i più validi anti-infiammatori, apparendo pertanto un efficace coadiuvante nel trattamento di traumi locali, arrossamenti, irritazioni e lesioni, complici le riconosciute proprietà miorilassanti e la capacità di stimolare positivamente le articolazioni.

La sua azione antidolorifica contribuisce a rendere tale derivato della cannabis idoneo ad alleviare e lenire il dolore cronico: la sola somministrazione di poche gocce di olio al CBD permette di regolare la percezione del dolore, agendo da rilassante a carico della muscolatura.

Non meno importante la sua azione contro ansia e insonnia: un notevole vantaggio anche per gli animali poiché consente di migliorare la qualità del sonno, riducendo le eventuali sintomatologie legate agli stati d’ansia, ad esempio durante un viaggio o in caso di momentanea separazione dal proprio padrone.  

È sicuro somministrare olio al CBD a cani e gatti?

I proprietari di animali domestici sempre più di frequente si orientano verso il cannabidiolo, principio attivo della cannabis proverbialmente noto come CBD, nel tentativo di lenire il dolore, l’ansia, l’infiammazione oltre a una vasta gamma di disturbi che possono coinvolgere i loro “amici a quattro zampe”. Sebbene siano centinaia le testimonianze in favore della terapia a base di olio al CBD anche nel trattamento degli animali domestici, un dubbio permane: vi sono prove scientifiche concrete a sostegno dell’efficacia di tale principio attivo anche in ambito veterinario?

Il database medico online PubMed vanta oltre 60 articoli e studi al riguardo, molti dei quali elencano gli effetti tossici dello stesso CBD dati dall’ingestione accidentale di cannabis da parte del cane: altri invece palesano le controindicazioni date dalla somministrazione di cannabinoidi sintetici ad uso sperimentale. Tuttavia sono altrettante le ricerche che evidenziano concreti benefici e vantaggi, a cominciare dal miglioramento delle sintomatologie legate al dolore cronico, unitamente alla riduzione di convulsioni epilettiche proprio nei cani.

I cani presentano un maggior numero di recettori cannabinoidi rispetto all’essere umano: questo contribuisce a renderli maggiormente suscettibili ai potenziali effetti tossici legati al farmaco. Al momento ricercatori e medici veterinari concordano sulla necessità di effettuare ulteriori ricerche circa la somministrazione di derivati della cannabis agli animali domestici.

Uno studio pubblicato su Frontiers in Veterinary Science nel luglio 2018 e dedicato agli effetti del CBD somministrato a cani con artrite ha fatto emergere tuttavia risultati significativi: agli animali sono stati somministrati due trattamenti differenti, caratterizzati da 2mg di CBD per chilogrammo o olio di cannabis ogni 12 ore, entrambi per 4 settimane consecutive, alternate a un periodo di “lavaggio” di 2 settimane.

Oltre a non mostrare alcun effetto collaterale, si è evidenziata una significativa riduzione del dolore e un aumento dell’attività nell’80% dei cani che hanno regolarmente assunto CBD. Lo studio ha pertanto concluso che un dosaggio di soli 2mg/Kg di CBD, somministrato 2 volte al giorno, potrebbe aiutare i cani colpiti da osteoartrosi.

Tuttavia il Prof. Carlton Gyles dell’Ontario Veterinary College sostiene che vi siano sostanziali differenze nei recettori CB2 e nel metabolismo dei cannabinoidi dei cani rispetto agli esseri umani e che proprio in virtù di questo è necessario che le future ricerche vengano effettuate in parallelo, questo in modo tale da comprendere in toto il potenziale “valore” della marijuana terapeutica nel trattamento delle patologie che possono coinvolgere gli animali da compagnia.

Sono infatti ancora piuttosto scarse le informazioni relative ad animali domestici quali cavalli, cani, gatti e conigli, ad esempio, e la relativa risposta ai trattamenti a base di cannabinoidi.

È sicuro dunque somministrare olio al CBD agli animali domestici

in linea generale la risposta è affermativa, ma è sempre opportuno consultare il proprio veterinario in modo che il professionista possa valutare il caso e la patologia in atto, indicando la terapia più consona al trattamento della stessa.

Olio al CBD per cani

L’olio al CBD, se somministrato ai cani, può rivelarsi particolarmente efficace per una lunga serie di disfunzioni quali ansia da separazione così come di artrite, convulsioni, patologie a carico della pelle o inappetenza dovuta a problemi a carico del sistema gastro intestinale. Antinfiammatorio e antidolorifico naturale, contribuisce infatti a ridurre il dolore del cane sofferente a causa  della  displasia dell’anca, neuropatia e problematiche legate ai nervi e infiammazione cronica .
Infine, ma non meno importante, aiuta il ripristino della normale motilità intestinale e presenta una marcata azione antibiotica, che consente di debellare totalmente lo Staphylococcus Aureus.

Riconosciuto al contempo come potente antiossidante, l’olio al CBD aiuta a ridurre la produzione di citochine infiammatorie, le stesse che possono comportare manifestazioni allergiche, ipersensibilità e autoimmunità.

Migliora inoltre l’appetito riducendo la nausea e promuove il benessere dell’apparato cardiovascolare.

Sebbene sia utile consultare sempre il veterinario, in presenza di tali problematiche acute o di lieve entità, un trattamento a base di CBD potrebbe rivelarsi assolutamente risolutivo, determinando il benessere del cane. Fondamentale resta attenersi sempre ai dosaggi suggeriti.

Olio al CBD per Gatti

E per i felini? Sì!! Anche per i nostri amici gatti ci sono ottime prospettive!!

L’olio di CBD è stato fino a questo momento somministrato ai gatti che prevalentemente presentavano problematiche alimentari così come affezioni legate alla pelle e al pelo, o con diabete e glicemia elevata, stati d’ansia e tumori.

I veterinari raccomandano l’utilizzo del CBD su cani e gatti in qualità di integratore naturale per ridurre innumerevoli manifestazioni e problematiche, prevenendone al contempo la comparsa.

Poche gocce di olio al CBD sono sufficienti se il gatto risulta inappetente: tale terapia appare efficace anche in presenza di diabete poiché il cannabidiolo, oltre a ridurre le infiammazioni, stimolerebbe anche la produzione di insulina.

Molti gatti vivono all’aperto e proprio l’ambiente esterno potrebbe compromettere la salute della pelle e del pelo: frizionare olio al CBD sulla cute può ridurre tale rischio, arginando l’infiammazione e permettendo di allontanare le pulci e qualsivoglia infestazione parassitaria.

Utile anche per combattere l’ansia e lo stress dell’animale, l’olio al CBD permette di rilassare e distendere la muscolatura, rivelandosi un valido aiuto anche nel trattamento di problematiche respiratorie e digestive.

Olio al CBD per altri animali domestici

L’olio al CBD può rivelarsi un potenziale trattamento utile per ogni specie animale a cominciare dai cavalli dove, complici le marcate proprietà mio rilassanti, permettono di preservare la muscolatura così come l’apparato scheletrico, riducendo dolori e infiammazioni. Al contempo, il cannabidiolo permette di ridurre gli stati d’ansia, mitigando il carattere del cavallo, specie se tendenzialmente agitato e iperattivo.

E se nei topi, così come nei piccoli animali quali cavie peruviane e conigli nani, la somministrazione di CBD o cannabidiolo ne migliora lo stato di salute generale, al momento non si hanno informazioni attendibili circa gli effetti di tale principio attivo su rettili, insetti et similia. Saranno necessari anni di sperimentazione e ricerca al fine di giungere a conclusioni che ne rivelino la reale efficacia trattante.

L’olio di CBD, impiegato come integratore alimentare e naturale per animali, prevede la somministrazione di sole poche gocce: i dosaggi tuttavia sono differenti rispetto a quelli adottati per l’essere umano e variano in funzione del peso corporeo dell’animale.

È tuttavia sempre preferibile consultare il veterinario e procedere inizialmente con un dosaggio ridotto, da aumentare progressivamente in funzione della patologia.

La somministrazione avviene in genere introducendo l’olio al CBD all’interno del cibo per animali, questo in modo tale da renderlo più appetibile.

Quali sono i rischi del sovradosaggio?

Sebbene  si parli di animali, è sempre opportuno non sottovalutare gli eventuali effetti collaterali provocati dal consumo eccessivo di olio CBD: anche se  l’animale domestico non corre alcun pericolo di vita, un dosaggio eccessivo può determinare una vera intossicazione che sarebbe poi difficile debellare.

Tali manifestazioni tendono a durare da poche ore a qualche giorno ed è per questo preferibile utilizzare concentrazioni di CBD inferiori al 5%, fatta eccezione per trattamenti correlati a patologie complesse. Il parere del medico veterinario ancora una volta è basilare proprio per preservare la salute dell’animale domestico.
Prendiamo quindi cura dei nostri amici, senza mettere in nessun modo a repentaglio le loro salute e vitalità!

Grazie per l’attenzione!! 

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