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Panoramica sui fitocannabinoidi della pianta di cannabis

Indice

Fitocannabinoidi della pianta di cannabis

La Cannabis contiene oltre 480 componenti attivi, 80 dei quali si trovano solamente in questo genere di piante. Ciascuno di questi agisce in maniera differente sul corpo ed attualmente sono in corso ricerche scientifiche, per metterne in luce nuovi aspetti e nuove proprietà relativi ai cannabinoidi contenuti  nella pianta.

Gli 80 componenti presenti solamente nella Cannabis sono anche noti con il nome di Cannabinoidi. Questi vanno ad interagire con i recettori del nostro corpo, provocando determinati effetti sul sistema nervoso e sul cervello.La cannabis ha un profilo cannabinoide molto complesso.

Che cos’è un cannabinoide?

Con il termine “Cannabinoidi” si comprendono tutte le sostanze psicoattive e non psicoattive che si possono ottenere dalle dalle infiorescenze femminili della Cannabis Sativa L. I cannabinoidi sono sostanze chimiche di origine naturale e biochimicamente classificati come terpenofenoli. Sono composti accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi.

Con il termine di fitocannabinoidi si identifica una famiglia di composti chimici presenti nella Cannabis Sativa L. 

Il corpo umano produce il proprio tipo di cannabinoidi, chiamati endocannabinoidi. Questi sono fondamentali per regolare importanti funzioni tra cui sonno, umore, controllo del dolore e risposta immunitaria. Quando la produzione di endocannabinoidi non è sufficiente, può provocare gravi condizioni di salute. I fitocannabinoidi come quelli nella pianta di cannabis e canapa, possono colmare il divario nell’uomo, sostituendo ciò che il corpo non produce o non ne produce in quantità sufficienti.

Quanti diversi tipi cannabinoidi ci sono nella cannabis?

Pochissimi cannabinoidi sono stati ben studiati e sono pertanto conosciuti. Qui di seguito pubblichiamo un elenco di tutti i cannabinoidi di cui siamo al momento a conoscenza.

Cannabichromene

  • Cannabichromene (CBC)
  • Cannabichromenic acid (CBCA)
  • Cannabichromevarinic acido (CBCVA)

Cannabicyclols

  • Cannabicyclol (CBL)
  • Cannabicyclolic acid (CBLA)
  • Cannabicyclovarin (CBLV)

Cannabidiols

  • Cannabidiol (CBD)
  • Cannabidiol monomethylether (CBDM)
  • Cannabidiolic acid (CBDA)
  • Cannabidiorcol (CBD-C1)
  • Cannabidivarin (CBDV)
  • Cannabidivarinic acid (CBDVA)

Cannabielsoins

  • Cannabielsoic acid B (CBEA-B)
  • Cannabielsoin (CBE)
  • Cannabielsoin acid A (CBEA-A)

Cannabigerols

  • Cannabigerol (CBG)
  • Cannabigerol monomethylether (CBGM)
  • Cannabigerolic acid (CBGA)
  • Cannabigerolic acid monomethylether (CBGAM)
  • Cannabigerovarin (CBGV)
  • Cannabigerovarinic acid (CBGVA)

Cannabinols and cannabinodiols

  • Cannabinodiol (CBND)
  • Cannabinodivarin (CBVD)
  • Cannabinol (CBN)
  • Cannabinol methylether (CBNM)
  • Cannabinol-C2 (CBN-C2)
  • Cannabinol-C4 (CBN-C4)
  • Cannabinolic acid (CBNA)
  • Cannabiorcool (CBN-C1)
  • Cannabivarin (CBV)

Cannabitriols

  • 10-Ethoxy-9-hydroxy-delta-6a-tetrahydrocannabinol
  • 8,9-Dihydroxy-delta-6a-tetrahydrocannabinol
  • Cannabitriol (CBT)
  • Cannabitriolvarin (CBTV)

Delta-8-tetrahydrocannabinols

  • Delta-8-tetrahydrocannabinol (Δ8-THC)
  • Delta-8-tetrahydrocannabinolic acid (Δ8-THCA)

Delta-9-tetrahydrocannabinols

  • Delta-9-tetrahydrocannabinol (THC)
  • Delta-9-tetrahydrocannabinol-C4 (THC-C4)
  • Delta-9-tetrahydrocannabinolic acid A (THCA-A)
  • Delta-9-tetrahydrocannabinolic acid B (THCA-B)
  • Delta-9-tetrahydrocannabinolic acid-C4 (THCA-C4)
  • Delta-9-tetrahydrocannabiorcol (THC-C1)
  • Delta-9-tetrahydrocannabiorcolic acid (THCA-C1)
  • Delta-9-tetrahydrocannabivarin (THCV)
  • Delta-9-tetrahydrocannabivarinic acid (THCVA)

Di seguito sono riportati altri cannabinoidi non classificati in una classe, o quelli di cui non siamo sicuri a quale classe appartengono.

  • 10-Oxo-delta-6a-tetrahydrocannabinol (OTHC)
  • Cannabichromanon (CBCF)
  • Cannabifuran (CBF)
  • Cannabiglendol
  • Cannabiripsol (CBR)
  • Cannbicitran (CBT)
  • Dehydrocannabifuran (DCBF)
  • Delta-9-cis-tetrahydrocannabinol (cis-THC)
  • Tryhydroxy-delta-9-tetrahydrocannabinol (triOH-THC)

Molti dei cannabinoidi menzionati devono ancora essere studiati per determinare il loro reale potenziale beneficio terapeutico. È molto probabile che la pianta di cannabis abbia ancora molte sorprese da regalare all’uomo e le possibili applicazioni sono davvero molteplici. Ogni giorno inoltre vengono pubblicati nuovi studi ed esperienze cliniche che ampliano la conoscenza sull’utilizzo di questa pianta.

Sono sei le applicazioni terapeutiche riconosciute dallo Stato Italiano, in relazione alle evidenze scientifiche fino ad oggi prodotte:

  • Analgesia del dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con classici antinfiammatori, con cortisonici o con oppioidi si sia rivelato inefficace;
  • Analgesia in patologie che comportano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale);
  • Effetto anti-vomito e anti-nausea nella nausea e nel vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapia per HIV;
  • Effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa;
  • Effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;
  • Riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Assunzione dei fitocannabinoidi

I fitocannabinoidi possono essere assunti attraverso diverse vie di somministrazione:

  • Inalatoria: vaporizzando dosi esattamente pesate di infiorescenze. La vaporizzazione garantisce un rapidissimo effetto, ma di breve durata nel tempo.
  • Orale: è la via di somministrazione che garantisce un assorbimento più omogeneo, gli effetti fisiologici sono più lenti nel comparire ma perdura di più nel tempo. La somministrazione può avvenire per via sublinguale, gengivale ed orale.

Quali sono gli altri componenti del fitocomplesso della canapa?

I terpeni, le clorofille, i flavonoidi e tutti gli altri componenti del fitocomplesso vanno ad agire simultaneamente all’azione dei fitocannabinoidi. Diversi studi dimostrano come l’azione di tutto il fitocomplesso superi, in termini di efficacia terapeutica, l’effetto dei singoli componenti presi singolarmente. Questo fenomeno è conosciuto e chiamato “Effetto Entourage”.

Le applicazioni terapeutiche dei fitocannabinoidi

Le possibili applicazioni sull’uomo sono davvero svariate; ogni giorno inoltre vengono pubblicati nuovi studi ed esperienze cliniche che ampliano la conoscenza sull’utilizzo di questa pianta.

Sono sei le applicazioni terapeutiche riconosciute dallo Stato Italiano, in relazione alle evidenze scientifiche fino ad oggi prodotte:

  • Analgesia del dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con classici antinfiammatori, con cortisonici o con oppioidi si sia rivelato inefficace;
  • Analgesia in patologie che comportano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale);
  • Effetto anti-vomito e anti-nausea nella nausea e nel vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapia per HIV;
  • Effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa;
  • Effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali;
  • Riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.
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