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Olio di CBD nel trattamento dell’epilessia
Come e se il CBD può essere una risposta nella cura dell’epilessia
Al quarto posto tra le malattie neurologiche più diffuse,si trova l’epilessia, secondo la Fondazione Epilessia.
Il CBD potrebbe diventare una delle terapie più efficaci per questa patologia?
Anche le forme di epilessia più difficili da trattare con le terapie convenzionali?
L’anno scorso, è stata pubblicata una grande meta-analisi che ha fatto chiarezza sull’uso del CBD per l’epilessia.
Negli ultimi dieci anni, c’è stato un grande dibattito nella comunità medica sull’efficacia degli estratti di cannabis per il trattamento di malattie neurologiche come l’epilessia.
Alcune aziende, che producono farmaci basati su vari cannabinoidi, hanno dimostrato l’efficacia solo degli estratti purificati, mentre altri studi hanno scoperto che gli estratti completi sono più efficaci.
Questa ampia meta-analisi dimostra che, sebbene entrambi gli estratti siano eccellenti per trattare l’epilessia, con quelli a spettro completo servono dosi più basse e si rischiano meno effetti collaterali.
Vedremo infatti in seguito come alle qualità di CBD a spettro completo siano stati attribuiti benefici in merito alla notevole riduzioni delle crisi nei soggetti affetti.
Il cannabidiolo (CBD) è solo uno degli oltre 66 cannabinoidi della pianta di cannabis.
I due cannabinoidi principali della pianta rappresentano più della metà del contenuto totale degli stessi.
Il CBD non è psicoattivo (il che significa che non darà la sensazione di “sballo”).
È anche il principale responsabile degli effetti antiepilettici della pianta di cannabis.
Nel 2018 è stato approvato un preparato farmaceutico a base di CBD – Epidiolex (cannabidiolo) – per il trattamento della sindrome di Lennox-Gastaut (LGS) e della sindrome di Dravet – due forme di epilessia note per essere resistenti alle terapie.
Una recente meta-analisi, che ha coinvolto 670 persone affette da vari tipi di epilessia, ha dimostrato che nel 71% delle persone, che assumono estratti ricchi di CBD a spettro completo, le crisi sono diventate meno frequenti [2].
In circa il 40% delle persone di questo studio, le crisi epilettiche si sono dimezzate e nel 25% gli episodi sono diminuiti del 70%.
Alla fine dello studio, il 10% del gruppo non ha più sofferto di crisi.
Il CBD funziona – non c’è dubbio: la parte difficile ora è determinare esattamente in che modo funziona.
Ma i nostri entusiasmi frenano ancora a fronte dei meccanismi di azione per cui il CBD riesca a trattare epilessia e convulsioni.
Persino GW Pharmaceuticals, sul suo sito web, ammette di non conoscerne i meccanismi.
Sono gli stessi creatori del Sativex® – il nuovo farmaco a base di cannabinoidi, che sta riscuotendo successo negli ultimi tempi, perché considerato come una nuova terapia rivoluzionaria per l’epilessia.
Possiamo mettere però in luce qualche teoria che possa spiegare le virtù,ancora in parte non confermate,grazie alle quali possiamo carpire qualcosa di più sui potenziali meccanismi di azione del CBD sull’epilessia:
Il CBD è anticonvulsivante – allevia i sintomi primari delle crisi epilettiche
Il CBD è neuroprotetttivo – aiuta a tenere il cervello in salute e riduce la frequenza e la gravità delle crisi
Il CBD modula i recettori nel cervello che hanno il compito di controllare varie attività cerebrali (TRPV, VDAC, GPR55)
Il CBD è un potente antinfiammatorio – può ridurre la neuroinfiammazione legata all’epilessia
Il CBD migliora l’attività del GABA nel cervello – che ha il compito di ridurre l’attività elettrica nel cervello.
Che cos’è nello specifico l’epilessia?
L’epilessia è uno spettro di disturbi che riguardano il sintomo principale – convulsioni involontarie.
Potrebbero anche non esserci altri problemi di salute. Tutti sperimentano l’epilessia in modo diverso e le crisi possono variare di molto in termini di frequenza e gravità.
Alcuni pazienti epilettici soffrono di convulsioni una o due volte all’anno, mentre altri possono avere crisi quasi continue durante il giorno.
Le convulsioni possono coinvolgere tutto il corpo (grande male), rimanere confinate a un arto (convulsioni di Jacksonian), o portare a perdite di coscienza (piccolo male). Di seguito approfondiremo i diversi tipi di crisi.
La convulsione stessa è il risultato di una disfunzione dell’attività elettrica cerebrale – che può provenire da qualsiasi parte del cervello.
Questa attività elettrica anormale può rimanere confinata nell’area in cui è iniziata, oppure può diffondersi in tutto il cervello. Quasi sempre, questa è la forma più grave.
Le persone che soffrono di epilessia, di solito, devono conviverci per il resto della loro vita – tuttavia il suo andamento può essere considerato sporadico.
In alcune persone sono passati anche 6 anni tra un attacco e l’altro.
Esistono forme diverse di epilessia e, per ognuna di esse, molte cause potenziali. In molti casi può essere difficile per i medici individuare la causa esatta delle convulsioni.
Sintomi dell’epilessia
Confusione momentanea
Sguardo fisso prolungato
Movimenti incontrollabili
Perdita di coscienza
Improvviso senso di intensa paura o ansia
Vuoti di memoria
Tre tipi di epilessia
Ci sono tre tipi di epilessia:
Il fattore che distingue le epilessie è il tipo di convulsioni, ma può dipendere anche dalla parte del cervello in cui si manifesta una disfunzione elettrica e dalla causa sottostante.
Da una decina di anni, un gruppo chiamato International League Against Epilepsy (ILAE) sta lavorando duramente per standardizzare la terminologia utilizzata nella diagnosi e nella descrizione dell’epilessia.
Ecco le definizioni elencate nel loro schema del 2017:
1. FOCALE
Gli epilettici ad esordio focale soffrono di un’attività elettrica anomala solo in specifiche regioni del cervello. Erano chiamate “crisi parziali”.
Esistono quattro tipi di convulsioni focali:
Convulsioni semplici – il paziente è consapevole della convulsione mentre si sta verificando.
Convulsioni complesse – il paziente è non è cosciente durante la crisi.
Convulsioni motorie – comportano movimenti innaturali: le persone colpite sfregano le mani o soffrono di contrazioni durante la crisi.
Convulsioni sensoriali – non comportano movimenti muscolari, ma riguardano il pensiero e le emozioni. Di solito le persone soffrono di ondate di caldo o freddo, palpitazioni o emozioni intense.
2. GENERALIZZATE
Le convulsioni generalizzate sono dovute a un’attività elettrica anormale su entrambi i lati del cervello, con effetti collaterali diffusi in tutto il corpo.
Esistono due tipi di crisi generalizzate: a insorgenza motoria e a insorgenza non motoria.
Quelle a insorgenza motoria erano chiamate convulsioni “grand mal” – chiamate ancora così in alcuni ambienti. Portano a una convulsione di tutto il corpo e all’incapacità di controllarsi mentre si verificano le crisi. Possono durare da pochi secondi a qualche ora. Il CBD potrebbe essere utile per questi tipi di convulsioni, perché placa le contrazioni muscolari in tutto il corpo.
Le crisi epilettiche non motorie invece si chiamavano crisi di “assenza”. Il paziente colpito fissa il vuoto o fa movimenti ripetitivi (come battere le mani o leccarsi le labbra). In questi tipi di convulsioni la persona sembra assente – da qui il nome, convulsioni di assenza.
3. A insorgenza sconosciuta
Come suggerisce il nome, qualsiasi attacco in cui non è possibile identificare la fonte è chiamato a insorgenza sconosciuta. Questi tipi di convulsioni sono particolarmente difficili da trattare poiché non si può risalire alla fonte della crisi.
Sindromi epilettiche
La nuova terminologia delineata dalla International League Against Epilepsy (ILAE) non cambia le caratteristiche delle sindromi epilettiche – che sono veramente poche.
Le sindromi epilettiche più comuni sono:
Sindrome di Lennox-Gastaut (LGS)
SINDROME mioclonica giovanile (JME)
Epilessia rolandica benigna (BRE)
Epilessia tipo assenza infantile (CAE)
Spasmi infantili (o sindrome di West)
E le cause alla base?
Le convulsioni sono i sintomi principali dell’epilessia. Anche se l’epilessia è caratterizzata da crisi ricorrenti, le convulsioni possono essere causate anche dalla febbre alta o dalle ferite alla testa.
Il cervello è costituito da miliardi di cellule specializzate chiamate neuroni che a loro volta sono progettati per trasmettere messaggi al cervello e al corpo usando impulsi elettrici.
Per svolgere il loro compito, i neuroni nel cervello devono lavorare insieme.
Quando si verifica una crisi, grossi gruppi di neuroni invieranno messaggi contemporaneamente (ipersincronia) – interrompendo la normale funzione cerebrale.
Ciò può causare cambiamenti nel gusto, nella vista, nell’udito, nell’olfatto, nella lingua, nella postura, nella memoria, nelle emozioni e nella coscienza.
Alcune convulsioni interesseranno tutto il cervello, altre solo regioni specifiche.
A seconda della gravità dell’attività elettrica e della parte del cervello colpito, potremo avere diversi effetti collaterali.
Sostanzialmente nessuna crisi è uguale ad un’altra!
Ecco più nello specifico alcune possibili cause delle convulsioni:
- Lesioni cerebrali
- Anomalie strutturali nel cervello
- Febbre alta (bambini)
- Trauma
- Ictus
- Infezione cerebrale
- Tumore cerebrale
- Bassi livelli di zucchero nel sangue
- Patologia muscolare
Esistono diversi tipi di crisi a seconda dell’individuo e del tipo di epilessia. Alcune persone ne avvertiranno una, due o tutti e tre i tipi.
Convulsioni non provocate, generalmente accompagnate da perdita di conoscenza. L’epilessia si manifesta sotto forma di attacchi, a qualsiasi età e per ragioni differenti.
Gli attacchi non sono preventivati o preventivabili, sono improvvisi. Possono variare a seconda del tipo, dell’età delle persone colpite. Per questo i sintomi degli attacchi epilettici variano da caso a caso. Ecco i principali.
I sintomi della malattia
Prima di vedere se olio di canapa e Cbd possono avere un effetto positivo sulla cura o prevenzione degli attacchi epilettici, ecco quali sono i principali sintomi che precedono un attacco. Solitamente il paziente percepisce un sensazione di caldo o freddo diffuso nel corpo. Un primo campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato. Specie se si è soggetti a questo tipo di attacchi. Altri sintomi possono riguardare la tachicardia, la perdita di coscienza e anche di consapevolezza. Con comportamenti definiti strani.
Cure tradizionali e controindicazioni
Allo stato attuale la scienza non ha fatto passi da gigante per la cura dell’epilessia. L’unica soluzione “tradizionale” per curare la malattia è quella di limitarla. Come? Con farmaci anti-convulsivanti che riducono – non annullano – la frequenza degli attacchi. Questo significa che, a fronte della mancanza di una cura definitiva, il paziente è costretto ad assumere vita natural durante i farmaci. Andando incontro a degli effetti indesiderati, dovuti alla frequenza di assunzione. Tra le principali controindicazioni ci sono frequenti capogiri, affaticamento, vomito e nausea. Ma anche depressione e mancanza di appetito.
Opzioni di trattamento per l’epilessia:
È importante ricordare che l’epilessia è uno spettro.
Alcuni farmaci o alcune terapie tendono a funzionare meglio in alcune forme di epilessia rispetto ad altre. In alcuni casi, nessun trattamento è efficace – ed è in questa circostanza che le persone di solito iniziano ad usare il CBD.
I farmaci per l’epilessia comprendono(alcuni dei quali precedentemente citati):
Epidiolex (cannabidiolo)
Topamax (topiramato)
Lamictal (lamotrigina)
Klonopin (clonazepam)
Felbatolo (felbamato)
Depakote (valproato)
Onfi (clobazam)
Diacomit (stiripentolo)
Epilessia e olio di cbd
E l’olio di canapa, con la sua concentrazione in Cbd, può avere una rilevanza nella cura dell’epilessia. La risposta, anche in questo caso, è no.
La certezza, però, è che può ridurre e controllare le crisi dei pazienti affetti. Il cannabidiolo, infatti, è un anti-convulsivante e anti-psicotico in grado di placare gli effetti della malattia. Uno studio molto importante è quello effettuato alla Ohio State University College of Medicine di Columbus su 225 giovani pazienti. I risultati sono sorprendenti: con la somministrazione dell’olio di canapa per l’epilessia, gli attacchi riducono la propria incidenza del 50%. Studi importanti sono stati fatti anche all’Università dell’Alabama a Birmingham. Una ricerca su 132 pazienti, 72 bambini e 60 adulti, studiati per 48 settimane. La riduzione degli attacchi con il Cbd rispetto all’utilizzo degli anti-convulsivanti classici è stato sorprendenti.
Ecco le teorie attuali basate su risultati di ricerche cliniche, in vivo e in vitro:
1. Attività del recettore vanilloide
Il CBD e il CBDV attivano i recettori vanilloidi TRPV1 nel cervello. Quando il TRPV1 è sovrattivato per qualsiasi motivo, si manifestano le crisi epilettiche. Hanno scoperto che il CBD e il CBDV controllano l’iperattività di questo recettore nel cervello – quindi potenzialmente riduce le convulsioni.
2. Proprietà anticonvulsivanti
Sono state somministrate diverse concentrazioni di CBD ai roditori a cui era stata indotta l’epilessia. Il gruppo con il dosaggio più alto (100 mg/kg) ha mostrato miglioramenti significativi nelle contrazioni muscolari durante le crisi.
3. Attività neuroprotettiva
È stato dimostrato che il CBD e molti altri cannabinoidi nella pianta di cannabis potrebbero avere importanti effetti neuroprotettivi (non specificati) sul cervello. Alcuni di questi effetti neuroprotettivi sono ritenuti in parte responsabili della potente attività antiepilettica del CBD.
Il CBD potrebbe essere d’aiuto ai pazienti con altre patologie neurologiche che interessano i neuroni, tra cui:
Sclerosi multipla
Morbo di Alzheimer
Lesioni del midollo spinale
Malattia di prioni (lieve miglioramento)
Morbo di Parkinson
4. Proprietà antinfiammatorie
L’infiammazione svolge un ruolo fondamentale nell’epilessia, così come negli altri disturbi neurologici [10].
Molte prove suggeriscono che il CBD potrebbe essere un efficace antinfiammatorio per il cervello – allevia potenzialmente uno dei principali fattori alla base dei disturbi neurologici, come l’epilessia. Il CBD potrebbe essere efficace perché la sua natura liposolubile gli consente di passare attraverso la barriera emato-encefalica in modo efficiente. Ha anche effetti antinfiammatori, grazie a una serie di diversi messaggeri infiammatori e cellule immunoregolatrici.lTrovare il giusto integratore di CBD per l’epilessia
Ci sono così tante aziende di cannabis che vendono oli, capsule, tinture e topici al CBD: può essere difficile distinguere quelle buone da quelle scadenti.
Come guida generale, cerca sempre quanto segue:
Cerca prodotti contenenti estratti a spettro completo
Potenze di almeno 50 mg/ml
Accertati che il prodotto che stai acquistando abbia test di laboratori esterni
Il prodotto è realizzato con canapa biologica certificata
L’estratto ha un contenuto basso di THC (meno dello 0,3%)
Scelta della forma di CBD per l’epilessia
Usare capsule o oli?
Questa è una domanda che viene posta spesso quando si acquistano prodotti al CBD online.
In generale, le capsule, tinture, oli e liquidi (oli per vaporizzatori) sono l’opzione migliore per le persone che hanno bisogno di dosi quotidiane, elevate e regolari di CBD – come per la maggior parte degli epilettici. Tutte queste forme si trovano anche nella versione ad alta potenza.
Gli oli di CBD sono la forma più popolare di CBD perché semplificano il dosaggio e si possono conservare per lunghi periodi. Sono una delle forme più economiche di CBD e sono altamente biodisponibili.
Le capsule di CBD sono un’altra importante opzione per le persone che cercano un modo semplice per assumere il CBD, senza dover misurare o assaggiare gli oli al CBD. In genere, le capsule sono leggermente più costose rispetto agli oli.
Sono disponibili anche i commestibili al CBD – ma non te li consigliamo se devi assumere il CBD ogni giorno, a causa dell’alto contenuto di zuccheri e delle incongruenze con il dosaggio. Questi sono ottimi se usati occasionalmente per rendere il CBD più interessante (e saporito) ma non sono ideali per l’uso quotidiano.
Un’altra alternativa è rappresentata dagli oli e i liquidi, e molte persone con epilessia scelgono questo metodo per assumere la loro dose di CBD. Gli oli da vaporizzazione sono ottimi perché il CBD entra nella circolazione sanguigna quasi immediatamente, offrendo un rapido sollievo dai sintomi. A meno che lo svapo non irriti i polmoni, o preferisci evitarlo del tutto, tieni a portata di mano un po’ di olio per vaporizzatori per affrontare tempestivamente le riacutizzazioni dei sintomi, senza dover aspettare che oli o capsule vengano assorbiti dal tubo digerente.
Vediamo di tirare qualche conclusione……
Il CBD è forse una delle nuove terapie più interessanti per l’epilessia – ma anche per le sindromi epilettiche, come la sindrome di Dravet, resistenti ai trattamenti convenzionali.
Per ottenere il massimo dal CBD, è necessario utilizzare un estratto di alta qualità e a spettro completo. Si raccomanda inoltre di optare per un prodotto ad alta potenza, perché nella maggior parte dei casi sono necessarie dosi alte per ottenere gli stessi benefici dimostrati dalla scienza.
Ricorda di acquistare solo oli prodotti con canapa biologica certificata e testati in termini di purezza e potenza da laboratori esterni.
Se un prodotto non corrisponde a questi criteri, ti sconsigliamo di acquistarlo per l’epilessia. Di certo non vorrai peggiorare i sintomi.